Cefalea cervicogenica e manipolazioni vertebrali
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Scalella, R. (2019). Cefalea cervicogenica e manipolazioni vertebrali: L’impatto degli studi del Dr. James Dunning, presidente e fondatore di (AAMT) e del suo gruppo di lavoro, tra cui l’italiano Dr. Firas Mourad, sulle strategie terapeutiche. Journal of Advanced Health Care, 1(2). https://doi.org/10.36017/jahc20191217

Abstract

Una revisione scrupolosa della letteratura scientifica più attuale, ed un confronto attento tra i più accreditati studi
clinici, con lo scopo di individuare criteri diagnostici e terapeutici basati sulle migliori evidenze disponibili (EBD)
“Evidence Based approach” necessari al riconoscimento, trattamento e gestione della cefalea cervicogenica (CH).
La correlazione tra disfunzione cervicale e cefalea cervicogenica è un noto dato clinico già da qualche anno,
e diversi studi anche meno recenti come quelli di Nilson (2004), Haas. (2010), pur essendo tra loro eterogenei nei
metodi, lo hanno dimostrato.
Considerando l’assunto di base che la terapia manuale, anche se in maniera empirica, sia sempre stata parte integrante del trattamento di alcune cefalee e in generale delle cervicalgie, l’articolo intende focalizzare l’attenzione
sugli studi del Dottor James Dunning (presidente e fondatore di AAMT American Academy of Manipulative Therapy)
e del suo gruppo di lavoro tra cui il collega italiano Dr. Firas Mourad (tra i massimi esperti in tecniche manipolative
HVLA), i quali si distinguono dagli altri studi per specificità degli obiettivi e qualità metodologica.
Dr. Dunning e colleghi in uno Studio del 2016 hanno evidenziato come in particolare alcune tecniche di manipolazione spinale “High Velocity Low Amplitude Thrust Manipulation (HVLA)” eseguite da Fisioterapisti specializzati
su determinati distretti cervicali e toracici, risultino di maggior efficacia nel trattamento della CH rispetto all’utilizzo
di altre tecniche terapeutiche “classiche” come quelle di mobilizzazione e/o esecuzione di esercizi.
Efficacia dimostrata non solo dalla significativa riduzione dell’intensità della cefalea (obiettivo primario dello
studio) ma anche dalla riduzione della disabilità, della frequenza degli episodi e riduzione della durata degli stessi
(obiettivi secondari).
Lo studio di Dunning (2016) può essere considerato oggi tra le migliori evidenze disponibili su cui basarsi per
riconoscere e trattare in modo incisivo questo tipo di cefalea in quanto risulta attualmente l’unico studio ad aver messo a confronto diretto l’efficacia di tecniche di manipolazione (HVLA) rispetto ad altre tecniche terapeutiche nella
gestione delle CH. Tutto ciò ha un impatto importante sia sulle scelte formative post-laurea che sulla pratica professionale del Fisioterapista il quale, perseguendo un modello di cura virtuoso, deve poter formulare strategie terapeutiche
personalizzate basate sul miglior rapporto costo-efficacia del trattamento, ed evitare che il paziente si sottoponga a
cicli terapeutici lunghi nei tempi, confusi nei metodi e spesso inefficaci.

https://doi.org/10.36017/jahc20191217
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