Abstract
Il cateterismo tramite palloni vascolari delle arterie uterine nei casi elettivi di parto con taglio cesareo, a seguito di diagnosi di placenta accreta, è una procedura di radiologia interventistica. Questa semplice procedura richiede una buona conoscenza delle varie strategie attuabili per la riduzione della dose al
paziente e in questo caso un’attenzione in più rivolta a quei piccoli pazienti presenti nel grembo materno. Queste strategie di riduzione e di gestione della dose vengono attuate attraverso fattori propri delle apparecchiature e, attraverso corrette tecniche che sono dipendenti dall’operatore e dalla procedura stessa.
Nel complesso la procedura, condotta da team multidisciplinare (radiologia interventistica, ginecologia ed ostetricia,
neonatologia, anestesiologia area materno-infantile, terapia intensiva…) può essere suddivisa in:
1. fase angiografica: posizionamento pre-chirurgico dei cateteri a palloncino per limitare l’afflusso ematico arterioso diretto all’utero durante le fasi immediatamente successive al parto;
2. fase chirurgica: estrazione del neonato e della placenta, controllo del sanguinamento associato alla procedura
chirurgica;
3. fase angiografica: con eventuale intervento di embolizzazione finalizzata ad occlusione selettiva delle arterie uterine, cercando di limitare il ricorso all’isterectomia nei casi non responsivi al trattamento mini-invasivo.
Avere una familiarità elevata con questa tecnica diventa evidente poiché la procedura può essere convertita, secondo
esigenze cliniche, da chirurgica ad angiografica e viceversa, e se si pensa che la condizione di placenta accreta è la
terza causa di emorragia post-partum, emorragia che è prima causa di mortalità materna
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