Abstract
Il cancro della cervice uterina è una delle patologie oncologiche tra le più frequenti nel sesso femminile, con una incidenza del 13,3% nel mondo, ma grazie alle terapie e ai programmi di screening in Italia la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è del 68 % (dati Registro Tumori Italiano). L'utilizzo dello screening della popolazione generale come strumento di sanità pubblica, al fine di trattare precocemente la malattia, ha aumentato le possibilità di successo della terapia e ha ridotto la mortalità per causa specifica nella popolazione in oggetto. Nel presente articolo, è stata condotta una revisione degli studi relativi agli aspetti etici dei test di screening per il carcinoma della cervice uterina. Questa revisione ha mostrato quanto il ruolo del Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico (TSLB) sia fondamentale nella fase della comunicazione con il paziente così come nella preparazione dei campioni biologici e nella conduzione del Test HPV-DNA e Pap Test. Inoltre, ha mostrato che le implicazioni bioetiche dei programmi di screening coinvolgono anche la figura del TSLB che deve operare non solo in maniera tecnicamente corretta, ma anche moralmente ineccepibile.
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Copyright (c) 2025 Davide De Giovanni